FOGGIA E LA CAPITANATA


FOGGIA DA UNA STAMPA DEL XVI SEC.

CARTA TOPOGRAFICA DELLA PROVINCIA DI FOGGIA

LA CATTEDRALE DI FOGGIA

La parte inferiore è di costruzione normanna

 

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Ubriaca di Sole, Foggia, la capitale della Capitanata, si adagia nel bel mezzo della pianura.

Sorta dall’antichissima città di Arpi in epoca non precisata, forse sotto la dominazione bizantina, iniziò il suo maggiore sviluppo sotto i Normanni, e fiorì principalmente per opera di FedericoII e Carlo d’Angiò che la ebbero cara.

Arpi, detta anche Argirippa, tra le principali città della Daunia che la leggenda fa risalire al mitico eroe marinaro della epopea omerica, Diomede,  e quindi in sostanza alle prime immigrazioni elleniche, risulta popolata e potentissima all’epoca della seconda guerra punica, in cui ebbe parte precipua; subito dopo, per i danni sofferti dalla guerra stessa, cominciò la sua decadenza inesorabile, e per quanto Costantino la avesse retta a sede vescovile, fu in epoca incerta e per ignote cause distrutta, così non restano che miserevoli avanzi delle mura e delle tombe, presso il torrente Celone, in una località che serba ancora il nome di Arpa, a circa otto chilometri a nord dell’odierna città.

Questa. Che trae forse il suo nome da fovea – luogo basso e paludoso – passata in signoria a Guglielmo il Normanno, e poi al fratello Dragone e finalmente al Guiscardo, che vi fece edificare la cattedrale ampliata indi dal figlio Guglielmo II, seguì le sorti della storia del Ducato di Puglia e di Calabria, senza speciali rilievi. Fin quando Federico II di Svevia la cinse di salde mura, la abbellì, le concesse privilegi, vi istituì il Magistrato Imperiale di Giustizia, vi fece costruire importanti edifici militari e civili, tra i quali nel 1223, un superbo palazzo per sua dimora, di cui, malamente incastonato nella modestissima facciata di una casa privata, non resta che l’archivolto forse dell’entrata principale, finemente scolpito a festoni di foglie, coi peducci sostenuti da due aquile di prospetto, simili perfettamente a quella battute sulle augustali. In questo palazzo morirono nel 1241, di parto, la terza moglie di Federico, Isabella d’Inghilterra, e nel 1285 Carlo d’Angiò, il quale lo aveva adornato ed ampliato, mentre a poca distanza aveva costruito in località detta Pantano, un castello di caccia vicino ad un parco per l’allevamento dei daini.

Dagli Angioini Foggia ebbe nuovi privilegi e ricche costruzioni sacre e profane.

 

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